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Il Nuovo Manifesto sulle Arti

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È tempo di costruire insieme una visione del mondo all’insegna della bellezza e dell’armonia.
L’empatia, il sentirsi vicini gli uni agli altri, come esseri umani e come artisti.

La Scuola Empatica

Movimento letterario-artistico-filosofico e culturale sorto in Italia nel 2020

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The Empathic Movement: Empathy, Essence and Experience

Il nostro millennio sta entrando nella terza decade, ed è tempo di costruire insieme una visione del mondo all’insegna della bellezza e dell’armonia. L’interdisciplinarità e l’idea di “Artista totale” (una singola persona o una combinazione di contributi da parte di persone impegnate in ambiti culturali diversi), proposti nel “Nuovo Manifesto sulle Arti”, si pongono come base per afferrare le “frammentarie verità” di questo periodo storico che, mai come adesso, necessita della figura dell’Artista come guida. A tal fine, dal 2019, opera il Centro Contemporaneo delle Arti, che dona al territorio nazionale e del Cilento molteplici e innovative iniziative artistico-culturali di grande rilievo, animate da un fondamentale sentimento comune: l’empatia, il sentirsi vicini gli uni agli altri, come esseri umani e come artisti. Per tale principale ragione il Centro Contemporaneo delle Arti fonda la Scuola Empatica, tenendo ancor più fermi i propositi educativi e formativi che lo contraddistinguono. Dal triangolo del Cilento antico (Vallo della Lucania, Omignano, Salento), partiranno nuovi impulsi per lo sviluppo delle Arti e della Cultura attraverso le emozioni.

(Menotti Lerro)

Definizione del Movimento
La Scuola Empatica è un movimento letterario, artistico, filosofico e culturale nazionale nato nel 2020 all’interno del ‘Nuovo Triangolo Culturale del Cilento Antico’, che è il suo epicentro: Omignano – “Paese degli Aforismi”, Salento – “Paese della Poesia” e Vallo della Lucania – “Sede del Centro Contemporaneo delle Arti”, che, partendo dai valori e le idee espresse nel “Nuovo Manifesto sulle Arti”, pone al centro dei suoi interessi la relazione empatica e dunque la persona nella sua costituzione ontica e ontologica (intersoggettiva). Ne discende che ogni sperimentazione creativa o didattica non possa prescindere da un processo di immedesimazione nell’altro da sé, dal suo mondo culturale e dalla sua contemporaneità quale occasione di studio e condivisione di saperi e di storie di vita interiore, di epifanie del tempo attuale e di trascorsi momenti storici. Tale orizzonte di senso implica una vocazione per il territorio e una promozione civile della società articolata da una crescita individuale e comunitaria secondo finalità etiche e valoriali mediate da una dimensione estetica: l’Arte.
(Menotti Lerro, Luigi Leuzzi)
La Piramide e il Triangolo culturale del Cilento antico
Un triangolo culturale racchiude la magia di un territorio, il suo genius loci, ricco di mito, storia e tradizioni, luogo di unione tra umanità e natura: Omignano – Paese degli Aforismi, Salento – Paese della Poesia e Vallo della Lucania, sede del Centro Contemporaneo delle Arti, che è custode di valori artistico-letterari svelati nel “Nuovo Manifesto”. Questo triangolo si inserisce idealmente nella proporzione e nell’armonia di un quadrilatero che ha l’apice piramideo nel Monte Stella, la cui porta d’accesso è Omignano, mentre i suoi nodi sono Paestum, Salento, Velia e Palinuro. La proiezione della luce dalla Stella sul piano di base del Cilento coincide con il “Centro delle Arti”. L’antica piramide rivela un’anima pulsante [...]
(Menotti Lerro, Antonello Pelliccia)

La Scuola Empatica

Il mito disvelato: “Unus e i suoi fratelli”

La Storia

Al desiderio e alla ricerca dell’intero si dà nome amore.

Platone, Simposio

 

In principio era Unus, da Zeus supremo e da mortale donna nato.  Statuario il corpo, ornato da dipinti maestosi, al sole nuovo di ogni giorno mutati. Musica l’anima, in versi la parola; tra gli uomini senza passi, se non di danza. Semidio! 

Come latte lo spirito, felicità assoluta. Non ricercava atti carnali, da se stesso appagato. Ma – perpetuo ritorno – le gioie dell’uno sono spine negli altri. Meraviglioso vedendolo, inviso fu presto ai suoi mezzi fratelli di immortale corazza e di vendetta pronti, sofferenze di Era, madre piegata ai biechi tradimenti del libertino regio dai sottili espedienti. Così, da Essa istigati, decisero i legittimi di smembrare – di una mano il numero di spicchi – l’ignaro Unus, su un vigneto gettato senza forze lesinare, per poi nelle nobili acque dell’Alento finirlo che già decomponeva ogni fibra per essere essenza: danza, poesia, musica, scultura e pittura, pronte a incarnarsi, divise, nelle scelte creature del mondo. 

Commosso l’Altissimo per l’amato trafitto, a Eros ancora comanda, come per l’androgina figura: “Pace e amore in ogni ricongiungimento tra arti”, se stessi elevando chi dentro le porta e ricreando la perduta unità, quella del primo Totale Artista che déi invidiosi, nel giorno più oscuro, malvagiamente scomposero. 

Attraverso il nitido come specchio sogno, Zeus padre al poeta moderno la luce senza ombra di Unus e il suo orrore svelava, negando anche, nell’esserci, il figlio di Abramo che l’aveva allontanato dagli uomini. 

Tutte finora le arti si cercano, come sangue pulsante tradito.


Menotti Lerro